Il Maestro del Karate Shotokan
Gichin Funakoshi, fondatore della scuola Shotokan, è stato il primo maestro di Okinawa a presentare e diffondere la propria arte, il “Karate-do”, in tutto il Giappone.
Egli dedicò l’intera sua esistenza allo studio e all’approfondimento del karate, affinando quest’arte marziale sino al suo stato attuale di perfezione; fece della diffusione del karate la missione della sua vita ed è grazie al suo impegno e ai suoi sforzi che attualmente il karate , arte originaria di Okinawa, ha ottenuto popolarità in tutto il mondo, diventando uno “sport” riconosciuto a livello internazionale.
Gichin Funakoshi fu un uomo straordinario, dalla personalità unica, che approfondì l’arte con mente e corpo, cuore e anima, facendo del karate-do un modo di vivere, uno stile di vita.
A causa del suo modo piuttosto all’antica di vedere se stesso, il suo mondo e la sua arte, appariva spesso come una persona eccentrica. In realtà egli era un uomo profondamente legato alla tradizione, umile, gentile e semplice, che seguiva il codice morale dei suoi antenati e che mai si allontanò dal suo stile di vita, la “via del Samurai”.
Il M° Funakoshi, uomo straordinario, mai si allontanò dal suo stile di vita, la “via del Samurai”
Alcune sue abitudini quotidiane, descritte in un suo libro, possono dare un’idea della personalità di Funakoshi.
Per esempio, poiché riteneva che un samurai dovesse sempre avere un aspetto ordinato, Funakoshi al mattino impiegava anche un’ora per spazzolarsi e pettinarsi accuratamente i capelli.
Un altro rito che svolgeva ogni mattina, soltanto dopo essersi reso presentabile, consisteva nell’inchinarsi profondamente prima in direzione del Palazzo Imperiale e poi in direzione di Okinawa.
Inoltre, appena alzato spolverava il ritratto dell’Imperatore, ripiegava la sua trapunta riponendola nell’armadio, ripuliva meticolosamente la sua stanza, eseguiva alcuni kata ed infine si lavava. Soltanto dopo aver compiuto questi “doveri” si gustava il suo te mattutino.
Nel rispetto del codice morale che egli seguiva rigorosamente, Funakoshi considerava la cucina una zona proibita per un uomo del suo rango e reputava sconveniente e indecente pronunciare parole come “calzini” o “carta igienica”.
Riguardo alle abitudini alimentari, riteneva che per il benessere della salute e dello spirito fosse indispensabile una corretta alimentazione. Per questo motivo mangiava con moderazione, mai fino al punto di sentirsi sazio, evitava di consumare pasti caldi in inverno e freddi in estate e preferiva i vegetali alla carne e al pesce.
Funakoshi era convinto che nella stagione invernale un toccasana per la salute fosse non indossare mai abiti troppo pesanti, dormire in ambienti non eccessivamente caldi, senza mai coprirsi con più di una trapunta, e usare acqua tiepida per l’igiene personale.
Per rafforzare i muscoli delle gambe utilizzava particolari zoccoli di legno (chiamati “geta”), poggianti sul terreno con un unico lungo dente centrale, e durante i suoi spostamenti sceglieva sempre stanze ai piani superiori perché sosteneva che salire le scale fosse un buon allenamento.
Durante un tifone il giovane Funakoshi fu visto dagli abitanti del suo paese salire sul tetto della sua abitazione, assumere una posizione bassa tenendo una stuoia di paglia in alto contro il vento impetuoso; la posizione era imponente (nonostante la sua piccola statura), come se si trovasse in groppa ad un cavallo; egli stava assumendo la posizione del cavaliere (kiba dachi), utilizzando il tifone per migliorare la sua tecnica, per fortificare il corpo e la mente.